Senza categoriaCATEGORIE GIOVANILI STAGIONE 2022/23

1 Settembre 2022by Claudio Rossignoli

Con la riunione tenuta la scorsa settimana, il settore pallanuoto della Federnuoto ha stabilito che nella stagione 2022/23 tre dei campionati giovanili nazionali maschili torneranno ad avere categorie di età dispariU13U15 e U17 prenderanno il posto di U14, U16 e U18, fasce di età adottate nelle ultime due stagioni post-Covid. Anche per le categorie HaBaWaBa la Waterpolo Development sta valutando il ritorno ad U9 e U11 (utilizzate fino al 2020 e sostituite nelle ultime due stagioni da U10 e U12). Il campionato U20 nazionale, invece, resterà tale. Ricordiamo che il passaggio alle fasce pari era avvenuto nell’estate 2020, dopo che la pandemia di coronavirus aveva causato il blocco non solo dei campionati della stagione 2019/20, ma di fatto dell’intera attività giovanile. 

La Nazionale U18 ai Mondiali di categoria di Belgrado: gli azzurrini hanno chiuso l'evento al 6° posto (foto S. Sandic). In alto il c.t. Campagna (foto DeepBlueMedia).

La Nazionale U18 ai Mondiali di categoria di Belgrado: gli azzurrini hanno chiuso l’evento al 6° posto (foto S. Sandic). In alto il c.t. Campagna (foto DeepBlueMedia).

“L’idea di tornare alle categorie U13, U15 e U17 è motivata dall’interesse a far entrare i ragazzini in piscina il prima possibile e non farli aspettare un anno in più per disputare un campionato nazionale”, spiega il c.t. Sandro Campagna a Waterpolo Development. “Il motivo per cui nel 2020 si erano cambiate le fasce di età risiedeva nella volontà di non far perdere un altro anno di attività sportiva a ragazzi di 14 e 16 anni, che avevano già perso una stagione a causa del Covid. Oramai quelli sono tornati a giocare, adesso dobbiamo pensare ai più piccoli, dato che nell’ultima stagione abbiamo rilevato un calo di praticanti e di partecipazione ai campionati giovanili iniziali. È nell’interesse delle società sportive, del loro futuro e di quello della pallanuoto italiana favorire l’ingresso e la crescita dei più piccoli”. 

Oltre al numero di praticanti, la preoccupazione di Campagna riguarda anche lo sviluppo tecnico dei giocatori. “Nella categoria U14 i 12enni non riescono a giocare, per loro è difficile confrontarsi con avversari di 14 anni – prosegue il c.t. -. Quindi di fatto un ragazzo arriva a giocare un campionato nazionale a 13-14 anni, troppo tardi. Con l’U13 invece, terminate le categoria propaganda-HaBaWaBa a 11 anni, un 12enne può già misurarsi in un vero campionato. Con benefici per tutto il movimento. In questo momento abbiamo la necessità di far ripartire un ciclo virtuoso. I 16-18enni di oggi hanno adesso perso due anni a causa delle restrizioni anti-Covid che in Italia sono state più severe che in altri paesi e i risultati delle nazionali giovanili di questa estate rappresentano un campanello di allarme evidente: ieri ai Mondiali U16 abbiamo vinto 7-5 contro l’Egitto e nonostante l’ottimo lavoro di Alberto Angelini l’Olanda s’è dimostrata una nazionale migliore della nostra ai Mondiali U18”. 

Campagna ricopre la carica di c.t. dal 2008 (foto DeepBlueMedia).

Campagna ricopre la carica di c.t. dal 2008 (foto DeepBlueMedia).

Per Campagna la causa dei problemi è da attribuire allo sconvolgimento portato nel 2020 dal coronavirus. “È una delle mazzate che ci ha inferto il Covid – afferma il c.t. azzurro -. Ora dobbiamo ricominciare da capo. Ci siamo sempre vantati di avere una capacità di programmazione superiore ad altre nazioni, dobbiamo attingervi se si vuole tornare a produrre giocatori. Ripartire dai più piccoli è una strategia a lungo termine, ma è la strategia migliore, anche per le società. Qualcuno ci rimarrà male, penso alle società che avevano una buona squadra di classe 2005 e puntavano allo scudetto U18, ma bisogna guardare oltre, non ai titoli ma allo sviluppo dei giocatori. I 18enni potranno comunque giocare nell’U20: tornando a quanto detto prima, la differenza tra un 18enne e un 20enne non è quella che c’è tra un 12enne e 14enne”. 

Campagna, infine, ricorda che il suo ruolo non è solo quello di allenatore del Settebello, ma di responsabile dello sviluppo tecnico dell’intero settore pallanuoto. “Da c.t. ho la necessità di indirizzare il movimento e di prendere decisioni nell’interesse della pallanuoto italiana – conclude il c.t. -. Tornare alle categorie dispari è una scelta che va in questo senso”. 

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